cui si chiamano termini) è condizione necessaria a che esse siano << strumento chiaro e indizio efficace », perchè cioè valgano come monete vive che hanno realmente il valore apparente per cui son date nel commercio sociale: poichè « chi non usa costante lo stesso segno a significare la stessa idea, ma della stessa parola si serve ora in un senso ora in un altro, è tanto sincero quanto colui che al mercato o alla Borsa vende sotto lo stesso nome cose differenti » 1. E quella del senso comune vivo nella lingua comune è una gran riprova nella ricerca della verità. Poichè « qualche volta le parole son più ritrose e intrattabili delle cose... Parole per rappresentare il costrutto, la sintesi d'un'induzione sofistica non è facile trovarne di bell'e preparate nel linguaggio, che è stato lavorato dagli uomini per intendersi tra di loro, non per ingannarsi a vicenda » 2. 1 LOCKE, Essai sur l'entendement humain, III, X, 28. 2 MANZONI, Saggio comparativo sulla rivoluzione francese e la rivoluzione italiana, in Opere inedite e rare, vol. II, pag. 76. Prima di dar la tavola degli errori e delle correzioni, ringrazio quei cortesi che m'hanno aiutato a correggere, specialmente mio fratello Alfredo ingegnere, il quale con le idee chiare che ha in fatto di matematiche e di meccanica ha rettificato le mie. E rin grazio l'egregio Editore che di questo volume ha in ogni modo favorito il compimento; e il Direttore della Tipografia Nazionale, e il proto signor Alfredo Ruggeri, della longanimità che hanno avuto nella lunga e laboriosa composizione tipografica. 58 (nota) ALBERTO SCROCCA, Il peccato di Dante, saggio critico.., Roma, Loescher, 1900, pag. 67. 1) Ad aver più chiari e distinti questi generi, si vedano rappresentati per mezzo delle voci e dei loro congiungimenti negli esempi del capitolo seguente. 1 Raccolto da ALIGHIERO CASTELLI a Castel Trosino (Ascoli Piceno) e pubblicato nella Vita popolare marchigiana, a. I (1896), n. 12, pag. 181. 147, linee 30, 31, si corregga: volume, minore 151 (nota 2) SAN TOMMASO. Sum ma contra gentes. costanti, restando uguale il peso della corona fuori dell'acqua a quello dell'oro consegnato all'artefice, se maggiore era la differenza tra questo e il peso di essa nell'acqua, se cioè perdeva di più, se ne argomentava che il volume della corona era maggiore di quello dell'oro con segnato: SAN TOMMASO, Summa contra gentes, II, cap. 87. 152 Lo stornello raccolto da A. CASTELLI a Lisciano (Ascoli Piceno) e pubblicato nella Vita popolare marchigiana. a. 1 (1896), n. 9, pag. 136, va pronunziato così: Te ne recuorde, bella, jó la stalla che tu guardive 'n ciele e i' jo 'n terra? 1) Prose della volgar lingua in Opere, ediz. cit., vol. X. } 242 Il verso della SALUZZo si compia con tutta la prima Al sorger di mia fresca età novella alla. 247 |